“Per te che sei alle prime esperienze, che non sai nuotare e non sai ancora se avrai problemi di mal di mare, la miglior cosa è affrontare solo qualche ora di navigazione con vento e mare magari favorevoli; potrai valutare così se potrai poi affrontare un fine settimana o addirittura un’intera settimana in barca a vela.” Questa è stata la mia prima informazione ricevuta da chi frequenta quotidianamente il mare.

Buon vento…

Un po’ di Istria in barca a vela

La mia prima esperienza è stata invece una mini crociera di tre giorni (due notti) partendo dall’incantevole Trieste alla scoperta di Umago, Citanova e Parenzo, unendo, tra una virata e una strambata, passeggiate nel cuore di alcune belle location istriane. Un weekend all’insegna della vela, del relax e della scoperta di queste coste dell’Alto Adriatico. 

"Non è sempre facile capire cosa si vuole dalla vita. Lo si capisce a poco a poco, sperimentando, cercando, provando. E spesso non basta una vita intera." -EPOREX

La mia Esperienza

Completamente ignaro di cosa mi sarebbe aspettato ed in particolare delle ‘regole’ da rispettare in barca, sono salito in quello che per me era un gioiello. Sottocoperta, un’ambiente bello e completo che mai avrei pensato potesse trovare spazio in un ‘contenitore’ che ritenevo ridottissimo. Sbagliavo. 

Il Capitano Alessandro mi illustra i comportamenti da tenere per rispetto dell’imbarcazione stessa, degli altri ospiti e nonché del mare. Tutto nuovo, come un bambino ascolto e guardo ogni cosa come fosse di un altro pianeta. Piccole regole ma che permettono poi una completa libertà.

La partenza dal porto di Muggia verso la Croazia, per vivere due notti a bordo, non è stata particolarmente emozionante, ma appena fuori porto, arrivati in mare aperto, sono stato rapito dalle manovre per aprire le vele (veramente emozionante e finalmente sò cosa significa cazzare la randa!), per poi spegnere il motore (subito raggiunto dal silenzio e dal solo fruscio di acqua e vento) lasciando che il vento diventasse infine il nostro ‘mantra’. Un’emozione difficile da descrivere qui, ma che mi ha riempito il cuore e mi ha fatto capire immediatamente perché la barca a vela riscuote un così grande fascino.

Non è la mia unica avventura/esperienza in cui il vento diventa un elemento vivo, solido, presente (vedi: GTE e HIKING&FLY), ma qui acquisisce nomi ben definiti, con manovre e posizioni di vele precise ‘a lui dedicate’, affinché, anche con una brezza, la barca possa continuare a navigare. Ma la sensazione più forte, incredibile, e che avrei voluto non finisse mai,  è quando si ha la fortuna di trovare un vento portante e potente (es. bora) che porti a far ‘filare’ la barca e a farla inclinare fortemente. Indescrivibile questo momento, in cui senti che il vento è qualcosa di non visibile ma realmente presente, come l’acqua sotto alla barca.

Nella mia testa, l’aver deciso di partire dalla località A e arrivare alla località B presupponeva un tempo ed una direzione, ma “dipende”.

Dipende.

Dipende è la parola che ho sentito più spesso. Non è sufficiente desiderare di voler raggiungere la destinazione desiderata per arrivarci, bisogna invece cavarsela con l’assenza di vento, il mare mosso, il navigare di bolina, il meteo magari non favorevole. Anche finire in una bonaccia e trovarsi completamente a velocità 0,00 nodi è una cosa da provare, perché ti fa entrare in una dimensione di assenza totale del tempo, si ferma anche lui. Per godere anche di questi momenti però non dovevo rimanere legato ai cardini di ‘movimento’ consueti. Può sembrare che tutto questo porti a perdere tempo; invece mi sono trovato nella dimensione opposta, quella di riappropriarmi del tempo.

Poi c’è ‘fluido’. Non l’Amore Fluido di cui discutiamo con la lucidità del vino; nemmeno la fluidità dell’acqua o del vento. Quello che scopro che è fluido è il tempo. Il tempo che perde la sua autorità, rigidità e determinazione. Mi riapproprio del tempo scandito dal sole, dalla temperatura dell’acqua (per fare il bagno), dai brontolii dello stomaco, queste sono le lancette che scandiscono un tempo fluido non più ‘volgare’, ma basato su quello che voglio, sento e posso fare, svincolato dal “che ora è?”.

Info e riferimenti

È un’esperienza bellissima (da inserire nella BucketList) che tuttavia ironicamente sconsiglio a chi è cronicamente iperattivo e non riesce ad apprezzare un vero relax pieno (totalmente in contrapposizione alla vuotezza della noia).

C’è un’altra controindicazione ‘divertente’: nei giorni successivi, una volta tornato a terra, ho provato in più occasioni la sensazione di trovarmi ancora in barca con la terra che oscillava sotto i miei piedi, dovendomi concentrare sul fatto che invece ero piantato su del solido asfalto. Nulla di così meno fluido!

In questi pochi giorni il refrain che mi veniva detto da tutte le persone che incontravo era la fortuna di aver incontrato il Capitano Alessandro e la sua stupenda imbarcazione White Eagle. Devo dire che questo binomio ora dopo ora è stato sempre più apprezzato, sia per le capacità nautiche date dalla sua pluriennale esperienza in regate agonistiche, sia per la predisposizione nello spiegare ed intrattenere cordialmente i suoi ospiti, sia per la disponibilità ad assecondare le nostre richieste.

Alessandro è disponibile per studiare tour sulle singole esigenze personali, ma puoi trovare itinerari pronti presso l’agenzia BeBlue (www.bebluesailing.com) con cui collabora e …. chiedi di navigare con la White Eagle ed il suo Capitano!